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O meglio, di UN ALTRO, inquietante caso di interferenze russe.

Le recenti elezioni presidenziali in Romania hanno evidenziato l’influenza crescente dei social media nel plasmare l’opinione pubblica e il dibattito politico laddove ci siano operazioni di vera e propria guerra ibrida volte ad influenzare voti, decisioni e processi democratici.
In particolare, l’emergere di Călin Georgescu, candidato indipendente di estrema destra con posizioni filo-russe, ha sollevato preoccupazioni riguardo all’uso di piattaforme come TikTok per la diffusione di propaganda e disinformazione.

Chi è Călin Georgescu?

Călin Georgescu, 62 anni, è un ingegnere con una carriera nel campo dello sviluppo sostenibile, avendo ricoperto ruoli presso le Nazioni Unite e varie istituzioni rumene. Negli ultimi anni, ha assunto posizioni politiche controverse, esprimendo ammirazione per figure come Ion Antonescu, dittatore rumeno durante la Seconda Guerra Mondiale, e mostrando ostilità verso Stati Uniti, NATO e Unione Europea. Queste posizioni gli hanno valso l’etichetta di “Putin della Romania“.

Il ruolo di TikTok nelle elezioni

Durante la campagna elettorale, Georgescu ha sfruttato TikTok per ampliare la sua base di sostenitori, accumulando oltre 360.000 follower. Tuttavia, indagini successive hanno rivelato che una parte significativa di questo seguito era composta da account falsi creati nelle troll-farm russe. TikTok ha ammesso di aver rimosso 66.000 account falsi e oltre 10 milioni di follower fake a partire da settembre 2024.
Questa scoperta ha sollevato ulteriori interrogativi sul ruolo delle piattaforme social e di entertainment come TikTok durante elezioni e in generale processi democratici, più volte dalla prima elezione di Trump alla Brexit, i russi hanno manipolato indisturbati le piattaforme a favore di candidati a loro vicini e già foraggiati anche economicamente.
Al di là del sempre presente Facebook, e alla new entry in Brasile durante l’elezione di Bolsonaro, ovvero WhatsApp, questa volta è TikTok ad essere sotto i riflettori. Qui un approfondimento di Valigia Blu.

Non che sia la prima volta, TikTok infatti è una piattaforma che più volte è finita anche nel mirino delle intelligence occidentali quale strumento di propaganda cinese, visti gli strettissimi rapporti e legami di ogni azienda tecnologica con lo Stato in Cina.
Qui, a tal proposito, un interessante articolo di Politico.

Reazioni internazionali e misure adottate

La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per le possibili interferenze esterne nel processo elettorale rumeno.
Il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Romania ha accusato la Russia di aver orchestrato una campagna di cyber attacchi e disinformazione a sostegno di Georgescu, desecretando anche dei documenti a riprova di ciò che ha ufficialmente comunicato.

In risposta, l’Unione Europea ha ordinato a TikTok di preservare tutti i dati relativi alle elezioni presidenziali rumene per indagare su potenziali rischi sistemici che potrebbero influenzare i processi elettorali nell’UE. Qui un articolo di Associated Press.
Questo è un punto decisivo perchè come Europa abbiamo il diritto di preservare i processi democratici che sono alla base della nostra civiltà contro ingerenze di quegli Stati che ad oggi rappresentano un vero e proprio asse dittatoriale del Male, quali Cina, Russia, Iran, Corea del Nord, Bielorussia e Yemen.

La decisione della Corte Costituzionale

Un ulteriore sviluppo di grande rilevanza riguarda l’annullamento del voto presidenziale da parte della Corte Costituzionale rumena. Secondo quanto riportato da Eunews, la Corte ha invalidato i risultati elettorali a causa di “irregolarità gravi” legate all’uso massiccio di propaganda e manipolazione sui social media, in particolare TikTok. Questa decisione rappresenta un evento senza precedenti nella storia politica rumena e sottolinea l’impatto devastante che fenomeni di questo tipo possono avere sulla legittimità delle elezioni.

La sentenza stabilisce che le elezioni dovranno essere ripetute, con una maggiore attenzione alla sicurezza del processo elettorale e al monitoraggio dei social media. Le autorità rumene hanno annunciato che adotteranno nuove misure per prevenire ulteriori manipolazioni, tra cui la collaborazione con le piattaforme digitali per garantire un controllo più rigoroso. Questo episodio rappresenta un forte monito non solo per la Romania, ma per tutti i Paesi che affrontano sfide simili nell’era della democrazia digitale.

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